Tuesday, September 21, 2010

Professional Letter Interest

F partiva per l'infinito, e l'infinito non si sa mai dov'è.


a heavy air plagued the waiting room of the station, a homeless man dying from the air had dozed off in the corner of the room in which a few years first, F, had known the person from whom he was fleeing.
was not there by chance, was not there to take a train to any destination any: he was there to go to freedom.

F came out to watch the tracks in that strange white veil, the dream of a cold January day. Think about how a train could not slip su quei pattini di acciaio, per finire fermo in stazioni sbagliate, forse, o in mezzo a prati grigi, meglio.
Non sapeva dove andare, ma sapeva perché stava andando. La libertà, questo voleva. E non quella libertà che dite voi, quella in cui potete vagare liberamente per la nazione, o uscire il sabato sera fino alle quattro del mattino, o fumare le sigarette alla luce del sole, o bere una birra insieme a vostro padre, o stare a casa da scuola in un giorno di stanchezza... no, quelle libertà non bastavano più a F.
Voleva la libertà assoluta, quella metafisica di chi è felice senza se stesso.
Non senza gli altri, senza se medesimi. Questo, era il trucco.
E così, F aspettava il suo treno guardando pensosamente il vapore uscire dalla sua bocca.
E così, F aveva scelto di andare dove nessuno potesse rimpiazzarla, od omologarla, o pensarla come un oggetto.
F partiva per l'infinito, e l'infinito non si sa mai dov'è.

Si accese una sigaretta con la tremante mano destra, sbuffando per gli arrancamenti dello zippo quasi scarico.
- "Non si parte mai per caso." - bisbigliò.
- "Certo che no, si parte per necessità." - le rispose il clochard che nel frattempo si era destato.
F non rispose, ma pensò a quella risposta con una mente nuova, con una mente fresca e lucida. F non rispose, ma pensò a quella risposta con la mente di una persona rinata, così, alla luce del sole. Freddo sole invernale.

"Si parte per necessità".
È vero. F si sistemò dietro l'oreccho destro un ciuffo di capelli che le era cascato sul volto; era convinta anche lei di questo: si parte per necessità.
Pensò alle più svariate tipologie di viaggio, dalla vacanza al viaggio di lavoro, dalla rimpatriata all'emigrazione. Tutte necessità. Fisiche o spirituali, non fa differenza.

F stava partendo perché sentiva il bisogno, dentro di sé, di doverlo fare.
Un uomo, da qualche parte nel mondo, stava salutando la sua famiglia per un viaggio d'affari.
Un ragazzo stava prendendo un volo per scoprire il mondo.
E così via.
- "Il mondo è pieno di persone che partono." - bisbigliò nuovamente, pensando.
- "Partono tutte per il bene." - disse il clochard. F si infastidì.

Guardò il treno arrivare da lontano, strinse i pugni. Quando il treno aprì le porte, F si girò verso il clochard ed urlò tra le lacrime: "No! No!".
Si sedette vicino ad un signore semiserio, impacchettato nel suo smoking macchiato sul ginocchio sinistro.
- "C'è chi parte per uccidere." - disse ad alta voce, e poi di nuovo: "C'è death down there. "- her eyes filled with anger, and shouted:" ... and you continue to call them heroes, as well. "

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