Tuesday, February 9, 2010

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Quando l'informazione è di parte..

Media e immigrati: la fabbrica degli stereotipi

di Davide Pelanda – Megachip

Perhaps the journalists of the Italian media, especially television, should make a serious examination of conscience and a mea culpa. Reason? Because they describe the stranger to be treated mainly as an element in the chronicle or relegate the issue of security. Without any scruples, no serious intervention in order to understand the phenomenon of migration. We say the researchers from the Faculty of Communication Sciences at La Sapienza University in Rome with the "National research on immigration and asylum in the Italian media."

For a week the first six months of 2008 were analyzed a total of 5684 services newscast aired: only 26 of them deal with immigration services without legarla, al contempo, a un fatto di cronaca o al tema della sicurezza.





«La congiunzione e sovrapposizione delle due dimensioni (fenomeno migratorio + sicurezza) – scrivono i ricercatori - è il paradigma interpretativo privilegiato dai media nei racconti delle dinamiche in atto nel contesto italiano».
Non solo, ma il dibattito sugli immigrati viene ricondotto «al termine sicurezza vista sempre in termini emergenziali e straordinari», come scrivono gli stessi docenti universitari curatori della ricerca.

Inoltre gli stessi mass media fanno parlare del fenomeno migratorio sempre esponenti politici, rilevando una notevole sproporzione tra gli «altri soggetti interessati al dibattito quali i rappresentanti delle forze del’ordine, della magistratura o, soprattutto, delle comunità straniere», rilevano sempre dalla Sapienza.

Per oltre i tre quarti delle volte (76,2%), infatti, persone straniere sono presenti nei telegiornali come autori o vittime di reati. Emerge però una ricorrente diversità di trattamento sulla base della nazionalità dei protagonisti delle notizie.

Ecco un esempio clamoroso: le persone straniere compaiono nei news media, quando sono protagoniste di fatti criminali, con maggiore probabilità di quelle italiane (59,7% contro il 46,3% nei tg, 42,9% vs. 35,7% nella stampa).

Un’altra possibile fonte di distortion is present in the type of crimes that are being portrayed by the news. While in general there is an overrepresentation of some crimes, such as those against the person, in the survey period foreigners appear most frequently when the Italians are responsible for or victims of particularly brutal facts such as sexual assault (more than three times: 24.1 % versus 7.2%), personal injury (more than double: 24.1% vs. 10.9%), seizure (17.0% vs. 4.4%) and, lastly theft (11.3% vs. 8.7%).

The portrait of foreigners captured by the media can therefore be summarized as follows: It is often a criminal, is male (almost 80%) e la sua personalità è schiacciata sul solo dettaglio della nazionalità o della provenienza “etnica” (presente spesso nel titolo delle notizie). Quest’ultima caratteristica costituisce anche il legame esplicitamente riferito dalla testata per spiegare gli avvenimenti e collegarli con altri: l’appartenenza a un gruppo etnico o la nazionalità dei protagonisti viene ricondotta al fatto narrato in quasi due casi su dieci (18,6%) e l’immigrazione in poco più di una notizia su dieci (11,5).

Quindi gli stessi ricercatori rilevano che la situazione pare essere congelata a 20 anni fa e nulla pare essere cambiato nella descrizione stereotipata dei media.

In sostanza per i mass media there is no foreigner who has not always been sewn on, the classic stereotypes that dominates the label of all underground.

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