Monday, February 8, 2010

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( Tratto dal Corriere della Sera)

LETTERA SUL LAVORO
Un lusso anche i contratti di serie B Nessuno pensa al Welfare dei figli
LETTERA SUL LAVORO

Un lusso anche i contratti di serie B Nessuno pensa al Welfare dei figli


Caro Direttore, il ministro Renato Brunetta ha molta ragione quando avverte che il diritto del lavoro, e in particolare l'articolo 18 dello Statuto del 1970, oggi si applica soltanto ai padri e non ai figli. Gli italiani, però, hanno diritto di sapere che cosa il ministro propone seriamente— e non soltanto con una battuta in un talk show —per superare il regime di apartheid che penalizza la nuova generazione di lavoratori.

È vero: da anni, ormai, a un ventenne o trentenne che cerca lavoro in Italia le aziende offrono di tutto, tranne che un rapporto di lavoro regolare. E anche un rapporto di lavoro di serie B —«a progetto», o comunque a termine— è già considerato, in molte situazioni, un privilegio difficilmente ottenibile, rispetto alla «normalità», costituita dal lavoro di serie C: stage semigratuiti in azienda tutto lavoro e niente formazione, assunzione con partita Iva per mansioni d’ufficio, di cantiere, di negozio, di call center, di magazzino, che erano tradizionalmente considerate come lavoro dipendente. Case editrici in cui da anni non si assume più un redattore o un correttore drafts of a normal contract of employment, private nursing homes which are not formally have to employ even one doctor, one nurse, one ambulance: VAT at all, or members of worker cooperatives in which the service is contracted.

same music in the public sector, where it now dominates more and more widely the 'outsourcing' of functions through cooperatives and other contractors, who use all forms of atypical employment. At times, after a period longer or shorter period of waiting is also a twenty or thirty coll'ottenere end the coveted job smooth stable, but the point is that the employer has made the possibility of scegliere che il lavoratore, anche se sostanzialmente dipendente, resti escluso dalla protezione regolare per decenni. In altre parole: il diritto del lavoro sta perdendo la sua natura di standard minimo di trattamento universale, per assumere la natura di un ordinamento eminentemente derogabile: chi vuole lo applica e chi non vuole no. Naturalmente, poi, quando viene la bufera, a pagare per primi sono sempre i non protetti: i 500 mila lavoratori italiani che hanno perso il posto nei mesi passati di recessione sono ovviamente quasi tutti di serie B e C. Dunque: il ministro fa bene ad aprire gli occhi su questa realtà, a riconoscere che il nostro mercato del lavoro e il nostro sistema di protezione sociale non sono affatto «i migliori del mondo», come egli stesso ci ha detto solo pochi mesi or sono. Ma deve anche dire quale è la sua diagnosi del fenomeno e quale la terapia che propone. Una cosa è certa: il problema non è soltanto di controlli e di repressione delle frodi. Controllo e repressione servono quando la violazione o elusione delle regole è un fenomeno marginale; quando invece— come oggi accade per il nostro diritto del lavoro —violazione ed elusione diventano un fatto normale su larga scala, è l’ordinamento stesso che deve essere rifondato. La disciplina italiana del rapporto di lavoro regolare è vecchia ormai di oltre quarant’anni. È stata scritta quando non esistevano né i computer, né Internet, ma neppure i fax e le fotocopiatrici; quando it was normal for a young man came into a company with the prospect of staying for thirty or forty years doing the same job, more or less the same tools and the same techniques. Today, the lifetime of a production technique (as well as a product or material) is no longer measured in decades but in years or even months, businesses are born and die with an incomparably more rapid pace since then.

these circumstances, economic security and employment of workers can no longer be entrusted to the model of 'job'. And it is largely inevitable that companies do everything possible to circumvent, in recruitment, discipline, stability labor, such as that laid down in Article 18 of the Statute of 1970, that determines the termination of employment for economic reasons or organizing a judicial review which can take two, four or six years, and even eight or ten in the South. The solution, then, is not waive the Article 18 of the fathers, but to rewrite the labor law for children, for generations, so that it returns that can really apply to all relationships that form from now on . It all really does not guarantee the impossible 'job', but that protection against discrimination and the network security market, where today the new generation of Italian workers is primarily parte esclusa.

di Pietro Ichino
08 febbraio 2010

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